Testi da "La storia di Don Mosè" e da "Ai piedi della Croda Grande" gennaio 1953 e luglio 1994. 

La vecchia chiesa negli anni '40 diventata negozio alimentari "El bottegon".

La Chiesa parrocchiale era posta al Don.

Di stile gotico-romanico aveva il coro a mattino e la facciata a sera. Sul fianco destro, quasi in fondo, verso la facciata, il campanile, come si vede tuttora. Intorno alla Chiesa era il cimitero e nell'angolo formato dalla facciata e dal campanile era l'ossario, fatta a modo di capitello, con diverse file (o, diremmo, scansie), di ossa, teschi ecc. In Chiesa vi erano diverse tombe.

L'epoca della costruzione risale al mille o mille e cento al più tardi. Era ornata di fregi e pitture molto belle, affreschi del 1300. Era sola: case non ve n'erano attorno. Il terreno attorno alla Chiesa, fino alla canonica e su fino al Col della Cesa era tutto di proprietà della Chiesa stessa. I titolari erano S. Giacomo e S. Andrea Apostoli.

I primi Parroci dovevano abitare nelle case su alla Villa, dove, nelle giornate d'inverno e di tormenta, dovevano servirsi della chiesetta di S. Lorenzo.

La Chiesa parrocchiale non tardò ad essere insufficiente e nel 1615 fu fatto un contratto con un bergamasco ed un milanese per l'ampliamento. Fu prolungata sul fianco sinistro e fatto il coro a mezzodì, come si vede tuttora, restando il coro della primitiva per uso sagrestia. Fu pure alzato il campanile.

1 agosto 1635

 CONSACRAZIONE DELLA CHIESA AL DON.

Sabato 28 luglio 1635 c’è ad Agordo in visita pastorale il nuovo vescovo, Giovanni Tommaso Malloni (1634-1649). Compaiono davanti a lui tre incaricati a nome della chiesa di S. Giacomo e di tutta la comunità di Gosaldo. Sono Andrea G., Andrea Bonte Giov. Giacomo a Festis.

Essi insistono perché Sua Eccellenza (Ill.ma et R.ma Dominatio) si rechi al Don, dove è stata costruita la chiesa nuova di S. Giacomo, perché la benedica, anzi la consacri se risulta essere a posto (in statu).

Ed ecco che il mercoledì successivo (1 agosto 1635) il vescovo arriva qui col suo seguito. (Probabilmente era dai tempi del Valier che il Vescovo non si azzardava a salire fin quassù: sia il Lollino, illustre umanista ma cagionevole di salute, sia il Dolfin avevano sempre mandato il loro vicario e un cancelliere a Gosaldo, mentre loro visitavano il centro di Agordo ).

Giunto dunque a Gosaldo il vescovo Malloni, con tutto il seguito, entrò nella chiesa nuova odorante di calce fresca.

La costruzione è elegante e luminosa, col soffitto, interamente a volto. Da mezzogiorno entra luce da due grandi finestre, con vetri e inferriate, che sono ai lati dell’ altar maggiore. C’è un unico altare, ma grande, con tre gradini e la mensa in pietra.

La pala lignea, non dorata ma decorosa (satis decens) contiene il dipinto già della chiesa precedente di Maria con i santi Giacomo e Antonio Abate.

Il pavimento è parte in legno e parte in gettata (ex calce et saxiculis, ut dicitur somasa).

Il vescovo invitò a completarlo al più presto.

Ci sono altre due finestre con vetri e inferriate. Una finestra a mezzaluna è posta sopra l’ingresso principale. C’è un’ altra entrata a occidente.

Nella parete a est rimaneva l’antica cappella, la cui volta era tutta affrescata con pitture antiche (Ecclesiae capella fonicata cum picturis antiquis et, ut dictum fuit, utebatur pro choro et ubi erat altare, vetus).

Uscendo, il vescovo visitò il cimitero, che si trovava intorno alla chiesa. Quindi decise che il giorno dopo (die iovis proximi futuri) avrebbe benedetto e consacrato la nuova chiesa.

Nella nostra zona era questa la prima chiesa che veniva consacrata. Si nota nella relazione che fu fatta la cerimonia solenne conforme al nuovo rito «Sanctae Romanae Ecclesiae», quello entrato in vigore dopo il Concilio di Trento.

In particolare si trova scritto nella relazione che ci fu un grandissimo afflusso di gente: «obstante magna populi multitudine».

In quell’ occasione il vescovo benedisse e consacrò anche l’altare principale di S. Giacomo e vi impose reliquie di S.Ciriaco e di S. Vitale.Ecco quanto è scritto in una piccola pergamena, rinchiusa in una scatoletta di piombo, che conteneva le reliquie del sepolcretto dell'altare maggiore, tolto dopo la consacrazione della nuova Chiesa dell' Addolorata, perché adibita ad uso profano:

"MDCXXXV addì 30 del mese di luglio.

lo Giovanni Tomaso Maloni Vescovo di Belluno consacrai questa S. Chiesa e questo altare in onore di S. Giacomo e delle reliquie dei Santi Martiri Ciriaco e Vitale in esso racchiusi. E abbiamo annunciato ai fedeli che concediamo l'indulgenza di quaranta giorni nella consueta forma oggi e nel giorno anniversario della consacrazione a quelli che visitano questa Chiesa.

Giovanni Tomaso Maloni, Vescovo di Belluno".

La Croda Grande dal lato sud della vecchia chiesa.   La stessa inquadratura dopo 50 anni (ott 2002).

La chiesa venduta a privati nel 1884 venne trasformata in magazzino, fienile ed infine in negozio, e lasciata degradare col passare degli anni.  Negli anni '90 viene acquistata dal Comune di Gosaldo, che con un contributo regionale provvede al restauro. Il 5 novembre 2006 con una semplice cerimonia viene inaugurata come luogo d'incontro ed iniziative culturali.

In occasione del 40° anniversario della tremenda alluvione (1966) era stata allestita una mostra fotografica per ricordare il tragico avvenimento e ricordare come era Gosaldo prima del 1966.

(L'allestimento è stato curato dal Prof. Ivo Ren, Marcon Gianvincenzo ed il Circolo Fotografico Agordino "Gigia De Nardin" - Presso il Bar tabacchi di Gosaldo si può avere il DVD della mostra).

L' interno oggi.